Distributore
PRECEDENTI AUTORIZZAZIONI
Ø Provvedimento Unico
N° 2 del 04/12/2014
COMPOSIZIONE DELL’IMPIANTO
L’impianto a lavori ultimati sarà composto da:
1- N° 2 colonnine doppie Gasolio/ Super Senza Piombo/ GPL
2- N° 1 colonnina Gasolio agricolo
3- N° 1 serbatoio cilindrico da mc. 30 per gasolio,
4- N°1 serbatoio cilindrico da mc. 20 per Super Senza Piombo;
5- N°1 serbatoio cilindrico da mc. 15 per GPL
6- N° 1 serbatoio cilindrico da mc. 20 per gasolio agricolo
7- N° 1 accettatore di banconote e carte magnetiche per il self service pre-pagamento,
8- N°1 Pensilina a protezione delle isole.
SERBATOIO CILINDRICO DA MC. 30 PER GASOLIO
N° 2 SERBATOI CILINDRICO DA MC. 20 PER SUPER SENZA PIOMBO E GASOLIO AGRICOLO
SERBATOIO CILINDRICO DA MC. 15 PER GPL
- FABBRICATO : postazione gestore e deposito oli –
Il fabbricato di servizio sarà posto nelle immediate vicinanze delle colonnine, e ospiterà un piccolo ufficio per il gestore dell’impianto e un locale dove verranno sistemate le confezioni di olio in latine. Per quanto riguarda il rispetto delle vigenti normative in materia di prevenzione degli incendi e della sicurezza nei posti di lavoro si veda la Relazione VV.FF.
-IMPIANTI :
- Elettrico
- Idrico
- Reti di scarico
Leggi e norme tecniche applicabili:
La costruzione degli impianti elettrici in luoghi classificati come “Luoghi con rischio di esplosione”, in base al Dm 22/01/2008 n° 37, è soggetta a progettazione obbligatoria e ad esecuzione da parte di Ditta abilitata.
La Ditta esecutrice dei lavori, per le parti di sua competenza, ha l’obbligo di osservare il D.lgs 09/04/2008 n°81 sulla Sicurezza sul Lavoro, pertanto ha il dovere di predisporre, prima dell’inizio delle opere, il piano di sicurezza per l’esecuzione dei lavori, da redigere a seconda del raggiungimento o meno dei limiti del cantiere, e consegnarlo alla Committente dei Lavori per i doveri di legge, ivi compresi quelli del coordinamento di similari piani di altre Ditte presenti in cantiere.
Tutte le opere elettriche dovranno essere costruite a regola d’arte, giusto quanto disposto dalla
Legge 168/1968 e dal DM 22/01/2008 n° 37 e dal citato Dlgs 09/04/2008 n°81.
Le norme tecniche da osservare per questa tipologia d’impiantistica elettrica, sono principalmente la Norma CEI 64-8, la Norma CEI 31-33 e la Norma CEI 31-35, oltre alle norme specifiche di prodotto riguardanti i materiali e le apparecchiature elettriche da usarsi.
Le aree destinate al travaso di combustibili liquidi da autobotti a cisterne interrate e queste ad autoveicoli, mediante apparecchiature elettromeccaniche fisse, vengono considerati luoghi con pericolo di esplosione e d’incendio, sono trattate, per la parte riguardante l’impianto elettrico, dalle Norme CEI 31-33 e 31-35/A.
Oltre alla suddetta, si applicano le norme generali, in particolare la 64-8 parte 7°, quest’ultima
specifica per gli ambienti a maggior rischio in caso di incendio.
Per la protezione contro la fulminazione, diretta e indiretta, sono da osservarsi le prescrizioni della Norma CEI 81-10.
Le modalità di esecuzione dell’impianto elettrico dipendono dalla classificazione che le Norme CEI
attribuiscono ai locali; in questa situazione gli ambienti sono di tre tipi:
- con rischio di esplosione;
- con rischio di incendio;
-
ordinari;
per i primi, consistenti principalmente nei centri di pericolo costituiti dalle colonnine erogatrici di benzina e le bocche di carico dei serbatoi interrati, in questo caso raggruppate nel carico concentrato, sono richieste esecuzioni antideflagranti o a sicurezza equivalente.
La seconda categoria, tipicamente il deposito oli e la colonnina erogatrice del gasolio, abbisognano di minori cautele, e sono sufficienti esecuzioni con grado di protezione meccanica minimo IP44; naturalmente per gli ambienti normali sono da osservarsi le prescrizioni generali ordinarie da eseguire per tutti gli impianti.
Particolare attenzione, negli impianti fissi di carburante, è posta sull’impianto di messa a terra che, oltre costituire parte fondamentale per la sicurezza delle persone, ha il compito di inviare a terra anche le eventuali cariche elettrostatiche che i veicoli per il trasporto di carburanti, essendo gommati, accumulano normalmente durante la marcia.
L’equipotenzialità elettrica tra le masse, da stabilirsi con certezza prima delle operazioni di travaso carburanti, è fondamentale per evitare anche la più piccola scintilla in caso di contatto, se pur accidentale, tra le masse a potenziale diverso.
Inoltre, per la protezione contro le sovratensioni provenienti dalle linee entranti, è da prevedersi l’installazione di adeguati SPD, limitatori di sovratensione, almeno nel Quadro posto al punto di consegna dell’ente erogatore del servizio.
1) Materiali e apparecchiature da usarsi:
Nel giusto rispetto delle succitate leggi e norme, tutte le apparecchiature e i materiali dovranno essere costruiti a regola d’arte; dovranno avere la marcatura CE e preferibilmente di Marchio Italiano di Qualità IMQ.
Tutte le condutture elettriche, cavi e cavidotti, dovranno avere la caratteristica della non
propagazione dell’incendio, la minima ammessa per i luoghi con pericolo di esplosione.
Nelle zone classificate come Aree Pericolose, ex AD, tutte le connessioni elettriche e le apparecchiature che possono produrre archi o scintille, dovranno essere confinate in custodie classificate del tipo EEx, preferibilmente del tipo “d” secondo la direttiva Atex.
Sono da usarsi tubazioni underground del tipo a doppia camera, serie pesante con minimo 450 N; queste dovranno preferibilmente essere interrate a circa 50 cm di profondità, senza ulteriori protezioni meccaniche, se non il consueto manto d’asfalto o di massetti autobloccanti, ove previsto ed a favore della sicurezza.
Tutti i conduttori interrati saranno del tipo FG7-OR, con guaina unipolari e/o multipolari, mentre per il locale gestore, magazzini e altri servizi generali, si può far uso del filo unipolare NO7V-K, ugualmente non propagante l’incendio e rispondente alla Norma CEI 20-22 II, posato in tubazione sotto intonaco o con altra adeguata protezione meccanica, come ad esempio una tubazione a vista del tipo RK15.
Le sezioni dei conduttori nei circuiti terminali non sono mai inferiori a 1,5 mmq per il circuito luce ed a 2,5 mmq per per il circuito prese o forza motrice.
Il conduttore principale di protezione, PE, dal sezionatore per misure, fino al quadro generale, ha sezione di 16 mmq ed è isolato in PVC di colore giallo/verde.
Tutte le apparecchiature elettriche installate all’esterno e soggette ad agenti atmosferici, lampade e prese esterne, devono avere grado di protezione IP55, e naturalmente devono avere la possibilità di connettere a terra eventuali parti metalliche, se avessero l’isolamento di classe I.
2) Alimentazione generale:
L’impianto ha inizio dal punto di consegna ENEL; questo è bene sia situato in luogo il più possibile distante dal corpo della costruzione e dalle colonnine erogatrici; infatti è necessario che sia facilmente accessibile dall’esterno in caso di pericolo e che di per sé non interferisca con le aree pericolose.
Le protezioni generali sono costituite da interruttori magnetotermici differenziali tetrapolati selettivi con Idn di 300 o 500 mA, potere di interruzione di servizio Ics almeno pari a 6 kA in trifase; gli interruttori derivati e in filiazione con i generali, è sufficiente abbiano potere di interruzione pari a 4,5 kA.
La protezione contro le sovracorrenti ed i contatti diretti e indiretti, sono realizzate secondo le prescrizioni della Norma CE_I 64-8 per impianti TT.
Pertanto la protezione contro le sovracorrenti è garantita dagli interruttori magnetotermici con In < Iz; quella contro i contatti diretti dall’isolamento delle parti attive, siano in classe I e classe II; quella contro i contatti indiretti dal coordinamento tra gli interruttori differenziali e l’impianto di terra, che produce l’interruzione dell’alimentazione in caso di guasto per dispersione di corrente entro la soglia differenziale.
Ogni circuito terminale sarà protetto da apposito interruttore magnetotermico differenziale ad alta sensibilità, posto nel quadro elettrico cui si riferiscono le linee.
I circuiti a bassissima tensione, ad esempio le linee telefoniche e di segnale, sono realizzate mediante condutture separate e commiste con altre linee, esclusivamente nei punti obbligatori delle apparecchiature che le utilizzano.
3) Impianto di terra:
Dal calcolo preliminare sulla fulminazione, il volume del distributore, futura pensilina e locale operatore, risulta autoprotetto dalla fulminazione diretta.
L’impianto di terra pertanto svolgerà la funzione di protezione contro i contatti indiretti, per l’equipotenzializzazione delle masse ai fini antincendio e per il drenaggio delle sovratensioni indotte in caso di fulminazione.
L’impianto di terra generale comprende i plinti di fondazione, basamento pensilina, maglia elettrosaldata e quant’altro metallico è in intimo contatto con il terreno; inoltre detto dispersore costituisce il principale punto di drenaggio, tramite SPD, per le sovratensioni indotte ed entranti dalla linea elettrica aerea, che alimenta l’intero impianto.
Pur non facendo parte dell’impianto dispersore in senso stretto della parola, l’equipotenzializzazione delle masse estranee, tubazioni interrate, serbatoi, oltre i dispersori naturali, come i ferri dei plinti della pensilina e la maglia elettrosaldata, assicurano senza necessità di molti calcoli, il corretto valore di Rt atto a ben concordarsi con i differenziali di varia sensibilità presenti sui circuiti di alimentazione.
Il coordinamento con interruttori differenziali ad alta sensibilità, 300/30 mA, garantirà certamente la protezione contro i contatti indiretti e sarà di ausilio anche per i contatti diretti, per i quali è ovviamente obbligatorio l’isolamento delle parti attive; in caso di incendio l’interruttore differenziale fornirà una ulteriore protezione all’impianto, intervenendo alla minima dispersione di corrente e aprendo il circuito in guasto entro tempi valutabili in pochissimi millisecondi.
Ogni circuito sarà provvisto di conduttore di terra come 3° o 4° filo; ad esso andranno collegate tutte le masse conduttrici, degli apparecchi in classe I, che potenzialmente potrebbero essere sede di pericolo elettrico per le persone.
Stante l’equipotenzializzazione globale delle masse estranee e il conduttore di protezione passato con le alimentazioni elettriche, sono del tutto da evitare i soliti cavallotti generalmente inutili e talvolta anche contro la sicurezza; tutti i punti da equipotenzializzare saranno indicati nelle tavole di progetto da allegarsi in sede di collaudo.
Per la parte riguardante il distributore di carburanti, in prossimità dei passi d’uomo, saranno ricavati uno o più attacchi per le pinze di sicurezza dell’autobotte, in relazione al senso di marcia della stessa.
Essendo oramai d’uso comune, ai fini della sicurezza contro le perdite di prodotti petroliferi, utilizzare tubazioni in materiale isolante a doppia camera per il transito del carburante dai serbatoi alle colonnine erogatrici e pur essendo i serbatoi a intimo contatto con il terreno, sarà opportuno collegare gli stessi all’impianto disperdente, effettuando by-pass ove flange isolanti possano non assicurare con certezza la continuità elettrica.
4) Quadro di comando generale Distributore:
Nel quadro generale, da verificare ed eventualmente ricondizionare, dal quale si comanda l’impianto di distribuzione dei carburanti, saranno alloggiati gli interruttori di ogni circuito, i salvamotori per le pompe se richiesti dalla tipologia degli erogatori, l’UPS o lo stabilizzatore di tensione per le linee di alimentazione della parte elettronica, nel caso non fosse già inserito nelle apparecchiature stesse.
Gli interruttori principali del quadro generale hanno tutti potere di interruzione di 6 kA, mentre i secondari derivati hanno potere d’interruzione di 4,5 kA, più che adeguato alla massima corrente di corto circuito in quel punto, in filiazione con l’interruttore generale nel quadro al punto di consegna ENEL.
E’ prevista l’inserzione di un interruttore orario e/o crepuscolare per l’inserzione automatica di parte delle luci esterne ed una postazione fissa di illuminazione di emergenza auto alimentata, proprio nel locale ove verrà posto il Quadro Generale.
Ogni interruttore dovrà essere dotato di targhetta di identificazione della funzione svolta; è auspicabile che il quadro abbia l’anta trasparente, con opportuno inserimento di lampade spia che segnalino la presenza della tensione di rete.
Tutti i quadri sono previsti con chiusura a chiave onde evitare interventi da parte di personale non autorizzato.
Tutti i quadri elettrici avranno tipologia ANS, saranno dotati dei dati di targa del costruttore ed, alla consegna, sarà certificata la regolarità della costruzione e delle verifiche effettuate in relazione agli obblighi derivanti dalla Norma CEI 17-13, per le parti ancora vigenti al momento della realizzazione; copia delle schede tecniche e delle prove dovranno essere consegnate al committente.
5) Impianto di forza motrice:
Ogni utilizzatore ha linea e protezioni dedicate, con conduttore a sezione ragionevolmente sovrabbondanti rispetto alla esigenza di potenza dei motori, delle lampade per l’illuminazione od altri generici utilizzatori.
In particolare ad ogni colonnina di erogazione carburanti verranno portate due alimentazioni separate una per la forza motrice e una per la gestione della testata elettronica.
Le prese interne e esterne, monofase o trifase, sono raggruppate e comunque protette con interruttori da 16 A, qualunque sia il numero derivato dalla medesima linea di alimentazione.
Tutte le prese terminali, fino a 32 A, per disposizione normativa, sono protette contro i contatti indiretti anche da differenziale di 30 mA.
Un’altra conduttura è prevista per l’impianto delle pompe per la depurazione delle acque di prima pioggia, come si evince dalle linee previste nel quadro generale.
6) Alimentazione specifica per erogatore:
La linea di alimentazione per gli erogatori sarà derivata dal quadro elettrico esistente, mediante apposito interruttore MTD, con le caratteristiche elettriche indicate nello schema del quadro elettrico generale.
La protezione contro le sovracorrenti ed i contatti diretti ed indiretti, sono realizzate secondo le prescrizioni della Norma CEI 64-8 per impianti TT.
Pertanto la protezione contro le sovracorrenti è garantita dagli interruttori magnetotermici con In < Iz; quella contro i contatti diretti dall’isolamento delle parti attive, siano in classe I e classe II; quella contro i contatti indiretti dal coordinamento tra gli interruttori differenziali e l’impianto di terra, che produce l’interruzione dell’alimentazione in caso di guasto per dispersione di corrente entro la soglia differenziale.
Ogni circuito terminale sarà protetto da apposito interruttore magnetotermico differenziale ad alta sensibilità, posto nel quadro elettrico cui si riferiscono le linee.
I circuiti a bassissima tensione, ad esempio le linee telefoniche e di segnale, sono realizzate mediante condutture separate e commiste con altre linee, esclusivamente nei punti obbligatori delle apparecchiature che le utilizzano.
In quest’impianto è prevista la realizzazione, in questa prima fase di intervento, dell’alimentazione per energia di un erogatore ed il suo collegamento all’impianto elettronico per i controlli di livello ed il Self-Service.
7) Impianto di illuminazione:
Gli inviti per le aiuole, ove si decida di installarli, e le insegne, totem e altri indicatori, hanno alimentazione e linee dedicate; il Gestore potrà scegliere quali insegne tenere accese
permanentemente, per esempio in funzione del Self-Service, e quali invece staccare a partire da una certa ora, nella consueta denominazione di luci per tutta notte e luci per mezzanotte.
L’illuminazione esterna è suddivisa sulle tre fasi e su tre linee separate, per assicurare un minimo
di illuminazione anche nel caso che una parte del circuito vada in guasto.
L’illuminazione del Locale Gestore è quella tipica da ufficio, con luci fluorescenti lineari o faretti
con lampade a risparmio di energia.
8) Impianto allarme e telesorveglianza:
Tale impianto non fa direttamente parte della presente progettazione e verrà dimensionato dalla Ditta installatrice del medesimo; in questa fase vengono date indicazioni non strettamente vincolanti, sulla predisposizione dei sensori e delle canalizzazioni utili per il posizionamento delle apparecchiature di impianto.
L’alimentazione elettrica, 230V-16°, proviene dal quadro generale ed è protetta da interruttore magnetotermico differenziale.
Volendo separare la parte “telecamere” da quella dei “sensori”, sono presenti nel quadro gli
interruttori anche per questo scopo.
La Ditta che progetta e realizza gli impianti ha il dovere di trasmettere la completa documentazione di progetto esecutivo alla Committente, compresa la Dichiarazione di Conformità e gli allegati previsti dal DM 37/2008.
8) Dispositivi per la sicurezza durante le operazioni di cantiere di costruzione:
Durante i lavori di completamento, la Direzione dei Lavori dovrà, di volta in volta, predisporre cautele tecniche indicate dal Dlgs 09-04-2008 n° 81, in funzione dei lavori correnti e della parte di opere elettriche realizzate.
In linea di massima potrà essere costruito un quadro di alimentazione provvisorio, completo di protezioni differenziali ad alta sensibilità e quadretti prese alimentati da linea dedicata; meglio se anche protetta da interruttori magnetotermici differenziali con interblocco sulle prese asservite.
Nel caso si faccia uso di un gruppo elettrogeno provvisorio, è raccomandato di esercire l’impianto in sistema TT, con un punto del sistema collegato francamente a terra; pertanto si dovrà far uso di differenziali ad alta sensibilità in coordinamento con l’impianto di terra di cantiere.
Per il resto vanno seguite le Norme tecniche 64-8 parte 7 specifiche per gli impianti nei cantieri di costruzione.
Nonché tutte le norme attuali per la sicurezza legata alle misure anti –COVID, da eseguirsi in base al Protocollo Sicurezza Condiviso del 14 marzo 2020, aggiornato al 24 aprile 2020 e 6 aprile 2021 ; che comprende l’informazione, le modalità di acceso al cantiere, sia degli operai che dei fornitori esterni, utilizzo e sanificazione delle macchine e degli attrezzi, DPI, luoghi e spazi comuni
,nonché sorveglianza sanitaria e gestione di personale sintomatico in azienda. 11) Manutenzione periodica:
La funzionalità e la sicurezza di esercizio potranno essere garantiti solo con una preventiva e costante opera di manutenzione programmata.
Legalmente il Datore di Lavoro è tenuto a far sì che gli impianti non costituiscano pericolo per
nessuno dei dipendenti o delle persone che gravitano nell’ambito dell’attività.
E’ fortemente consigliabile che, ogni semestre, un Tecnico qualificato, meglio sarebbe se questo coincidesse con lo stesso costruttore dell’impianto, verificasse i parametri elettrici dell’impianto ed eventualmente ne adegui le anomalie.
I Gestori, distributore, hanno il compito di controllare, almeno mensilmente, la corretta funzionalità
degli interruttori differenziali, agendo sul tasto di prova e verificandone l’apertura.
Di ogni operazione è consigliabile tenere traccia con apposita annotazione sul registro delle verifiche periodiche, a dimostrazione della cura con la quale si tiene l’impianto e per facilitare ogni intervento sull’impianto medesimo.
Per la salvaguardia delle condizioni funzionali e di sicurezza, ogni anomalia dovrà essere tempestivamente segnalata e rimossa.
IMPIANTO ELETTRICO
Nel futuro fabbricato/punto ristoro (da completarsi con altro intervento)
a servizio dell’impianto di distribuzione carburanti, l’impianto idrico, alimentato tramite un serbatoio
interrato da 10 mc approvvigionato periodicamente tramite autobotte, provvederà:
-
all'adduzione e alla distribuzione di acqua calda e fredda per i servizi igienici;
- allo scarico delle acque usate;
Le tubazioni verranno realizzate in PVC (cloruro di polivinile) o in rame. Non saranno ammesse tubazioni in piombo per le sue caratteristiche di tossicità. Le tubazioni di adduzione principale al fabbricato saranno in PVC ad alta densità per consentirne l'interramento.
RETI DI SCARICO
La rete di scarico e ventilazione, realizzata in PVC, sarà costituita dai seguenti principali elementi:
- collettore orizzontale di scarico: raccoglie le acque di scarico della colonna e le convoglia all'innesto con la rete fognante;
- diramazione di scarico: sono le tubazioni che connettono i singoli apparecchi alle colonne di scarico:
- colonna di esalazione primaria: è la tubazione che collega il terminale superiore della colonna di scarico con l'atmosfera;
- colonna di ventilazione: è la tubazione verticale di areazione, collegata alla base con la colonna di scarico e le diramazioni di ventilazione;
La colonna di scarico
e quella di ventilazione trovano
corretta installazione nella stessa nicchia.
NORMATIVE DI RIFERIMENTO
Regolamento Scarichi Regione Sardegna, disciplina, ai sensi del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e ss.mm.ii., Disciplina Regionale degli Scarichi approvata con D.G.R. n. 69/25 del 10 dicembre 2008. E Regolamento Provinciale per il rilascio delle autorizzazioni allo scarico approvato con D.C.P. n2 in data 16 gennaio 2012.
A)
DEGRASSATORE STATICO
Il manufatto in monoblocco prefabbricato in c.a.v. da interrare denominato “Degrassatore statico”, trova particolare applicazione come trattamento primario per acque reflue ricche di oli e grassi, sia di tipo animale che vegetale.
Il Degrassatore statico è suddiviso in due scomparti principali tramite un setto interno in c.a.v. Il primo vano ha la funzione di rallentare il flusso e creare una zona di calma per consentire sia la sedimentazione dei materiali più pesanti che la separazione in superficie degli oli e dei grassi dal resto della massa liquida; l’ultimo vano consente il deflusso dell’acqua chiarificata.
Le frequenze di pulizia del Degrassatore statico verranno valutate in regime di funzionamento dell’impianto.
Il Degrassatore statico sarà completo in ogni sua parte:
- tubazioni di entrata e uscita in pvc;
- setto interno in c.a.v.;
- lastra di copertura pedonale o carrabile, in base alla necessità, con relative botole per poter ispezionare e pulire i vani sottostanti.
SCHEDA TECNICA DEGRASSATORE STATICO
Tipo: Monoblocco prefabbricato in c.a.v.
Modello: Degrassatore statico, 30 abitanti equivalenti Marca: Edil Impianti
Dimensioni esterne:
Larghezza: cm 125
Lunghezza: cm 180
Altezza: cm 150 + 20 + 15 Tubazione di ingresso: Ø160 mm Tubazione di uscita: Ø160 mm Volume utile: lt 2’000
B) VASCA IMHOFF
Il manufatto in monoblocco prefabbricato in c.a.v. da interrare denominato “Vasca Imhoff” prodotto dalla ditta Masia prefabbricati s.r.l. operante con sistema di qualità conforme ai requisiti della normativa UNI EN ISO 9001:2000, rappresenta il primo stadio di depurazione per acque di scarico, come previsto dalle leggi vigenti.
La Vasca Imhoff è realizzata attraverso due scomparti principali separati da due tramogge inclinate: lo scomparto superiore destinato alla sedimentazione e lo scomparto inferiore destinato alla digestione dei solidi sedimentati.
Il liquame arriva nel comparto di sedimentazione, qui i solidi sospesi sedimentabili precipitano lungo le pareti inclinate nel sottostante comparto di accumulo e di digestione, attraversando la fessura longitudinale di comunicazione tra i due scomparti.
Le parti in sospensione che non sono in grado di sedimentare si accumulano in superficie formando una spessa crosta, che periodicamente dovrà essere rimossa. Le frequenze di pulizia dovranno essere valutate in regime di funzionamento dell’impianto.
L’acqua così chiarificata dalle sostanze solide in sospensione esce dal manufatto dopo un tempo di ritenzione di circa 4 ore. In questo modo l’acqua non entra in alcun modo a contatto con il comparto inferiore nel quale avviene la digestione delle sostanze sedimentate. Nel comparto inferiore le sostanze solide accumulatesi vengono digerite da batteri anaerobici, mentre il gas biologico prodotto dalla fermentazione si libera dagli sfiati posti lateralmente alla tubazione di entrata.
La Vasca Imhoff sarà posta in opera completa in ogni sua parte:
- tubazioni di entrata e uscita in pvc;
- sfiati per gas biologico;
- tramogge interne in c.a.v.;
- lastra di copertura carrabile con relative botole per poter ispezionare il manufatto internamente e per poter effettuare la pulizia dei vari scomparti.
SCHEDA TECNICA VASCA IMHOFF
Tipo: Monoblocco prefabbricato in c.a.v.
Modello: Vasca Imhoff, 30 abitanti equivalenti Marca: Masia prefabbricati
Dimensioni esterne:
Larghezza: cm 245
Lunghezza: cm 245
Altezza: cm 225
Tubazione di ingresso: Ø160 mm Tubazione di uscita: Ø160 mm Volume digestione: lt 4800 Volume sedimentazione: lt 2100
A valle della sedimentazione primaria (IMHOFF) viene installata una pompa di sollevamento che permette di regolare la portata in ingresso al bacino.
Tale pompa può essere eliminata se le pendenze permettono l’ingresso dei fluidi nel bacino per gravità, anche se l’utilizzo della pompa permette una migliore ed omogenea immissione nella massa filtrante.
Le vasche per il contenimento della massa filtrante che viene utilizzata sia come substrato per la messa a dimora delle piante sia come filtro dovranno avere opportune pendenze onde favorire lo scarico delle acque trattate e dovranno essere costruite con materiali che garantiscano la perfetta impermeabilità nel tempo.
Detti contenitori possono essere realizzati in calcestruzzo, sia in opera sia in vasche prefabbricate, o con manti sintetici (geo-membrane) o simili di adeguato spessore, che andranno opportunamente
protetti contro le rotture con strati di "tessuto non tessuto" posizionati inferiormente e superiormente alla geo-membrana.
La posa di detti manti impermeabili deve comunque essere eseguita da ditte specializzate che
assicurino la perfetta esecuzione dell’opera.
Sul fondo del bacino viene posta la conduttura di captazione che raccoglie le acque depurate, tale tubazione è costituita da un tubo forato del tipo drenante.
Tali tubazioni convogliano le acque in un pozzetto, posizionato all’uscita del bacino, ove all’interno viene posto un sistema di regolazione del livello idrico all’interno del letto.
Successivamente viene posto il materiale di riempimento (medium)
costituito da ghiaia fine lavata di granulometria 4 – 8 mm.Lo spessore
del medium è di circa 1 m.
Smaltimento acque meteoriche o di prima pioggia
Le acque meteoriche raccolte sul piazzale, verranno convogliate mediante tubazioni in PVC da 200 mm, in un apposito sistema depurativo, e quindi avviate a scarico su corpo idrico superficiale (rio “Incavaddu”) mediante tubazione in PVC 200 mm posizionata a valle dell’impianto (v. foto)
In conformità a quanto indicato dalla normativa, sono considerate acque di prima pioggia quelle corrispondenti per ogni evento meteorico ad una precipitazione di 5 mm. uniformemente distribuita sull'intera superficie scolante in un tempo di 15 minuti.
L'impianto di prima pioggia è stato progettato per depurare le acque di superfici di piazzali, cortili e pavimenti con eventuale presenza di olii e idrocarburi, che possono derivare da perdite occasionali dei mezzi meccanici in fase di rifornimento o di transito.
Servirà il piazzale dell’impianto di 2200 m², ed è costituito da 2 monoblocchi di cemento armato vibrato, con finitura a pelle liscia, prodotti con cemento ad altissima resistenza (tipo 52,5R della ItalCementi spa - certificato a norme UNI), inerti selezionati di adeguata granulometria, armatura con rete elettrosaldata e ferro aggiuntivo nei punti di maggiore sollecitazione con acciai certificati classe ex Feb44K.
Si compone di:
A) n° 2 vasconi di raccolta prima pioggia tipo PP2VN-DISVP dotato di sistema automatico di blocco della raccolta al raggiungimento della capienza stabilita, con sistema di by-pass per la deviazione delle acque di seconda pioggia (oltre i 5 mm di precipitazioni nelle 24h). In uscita i vasconi hanno un sistema di rilancio delle acque di prima pioggia costituito da una elettropompa sommergibile alimentata a 220 volt monofase, in grado di drenare acque luride con corpi solidi, con galleggiante incorporato. Il funzionamento dell’elettropompa è governato da un quadro elettrico a norme CE dotato di PLC programmabile, che gestisce gli input provenienti dal sensore di precipitazione integrati con le tempistiche stabilite dalle norme. Tale quadro, da collocare in un idoneo locale - preferibilmente in prossimità dell'impianto, è dotato delle seguenti apparecchiature: interruttore generale blocca porta, selettore manuale-automatico per il comando della pompa, spia segnalazione quadro in tensione, spia segnalazione funzionamento pompa. Ciascuno dei due vasconi è provvisto di solaio superiore con doppia botola di ispezione in acciaio zincato da cm 50x50 con chiusura tramite lucchetto.
B) vasca di separazione e raccolta olii, provvista di coperchio superiore con doppia botola di ispezione in acciaio zincato da cm 40x40 con chiusura lucchettabile. Suddiviso internamente in due comparti, per separazione successiva degli olii, tramite sifonatura centrale e microfiltratura eseguita con filtro a coalescenza estraibile; la raccolta dell’olio di recupero viene effettuata con periodico svuotamento tramite le botole superiori. Tutta la parte interna del disoleatore viene trattata con l’applicazione di resine epossidiche bi-componenti specifiche per il contatto con olii. In uscita è prevista una tubazione in PVC da mm 160 di diametro.
Le acque, prima di essere convogliate e trattate nell’impianto di prima pioggia, passano per una serie di griglie provviste di caditoie di raccolta dove si prevede un sistema sommario di grigliatura e dissabbiatura (v tav 2b); mentre la disoleatura avviene come sopradetto nella parte terminale dell’impianto.
Le acque di prima pioggia vengono convogliate tramite un pozzetto di by-pass (separatore acque di prima pioggia dalle acque di seconda pioggia) in apposite vasche dette “Vasche di prima pioggia”.
Le acque così trattate vengono immesse in una condotta e scaricate sul “rio Incavaddu” come meglio evidenziato nelle Tav. 2b e 1bx.
DIMENSIONAMENTO:
L'impianto è dimensionato secondo le indicazioni della “Disciplina degli scarichi acque reflue (art. 2 e seguenti del Titolo I) e direttiva in materia di “Disciplina regionale degli scarichi” (delibera 69/25 del 2008), della Regione Sardegna.
Detta normativa prevede un volume di raccolta non inferiore al prodotto superficie asservita S per livello di precipitazione L = 5 mm.
La portata dell’elettropompa di travaso è opportunamente ridotta al fine di effettuare il travaso completo del comparto di raccolta di prima pioggia nel range delle 24-48 h previste dalla normativa.
Inoltre, così come definito all’Art. 2 della direttiva Regionale scarichi
a) “evento meteorico”: una o più precipitazioni atmosferiche, di altezza complessiva almeno pari a
cinque millimetri, che si verifichino a distanza di almeno 72 ore da un precedente e analogo evento La quantificazione della portata di pioggia può essere calcolata e verificata tramite diverse teorie e modelli enunciati in seguito.
• Calcolo del volume delle acque di prima pioggia: a) Metodo dell’altezza di prima pioggia.
V = S x hp
In cui:
V è il volume di acqua da trattare in litri;
S è la superficie scolante;
hp è l'altezza in m di pioggia da trattare.
Sostituendo i simboli con i dati in nostro possesso avremo: V = 2200 x 0,005 = 11000 lt =11.00 mc In via del tutto precauzionale si prevede, la messa in opera di impianto sovradimensionato con capacità di accumulo di circa 15 m3.
Per il calcolo della portata annua dello scarico si sono presi in considerazione gli eventi medi piovosi della Sardegna anni 2019/2020 (dati ARPAS La distribuzione spaziale dei giorni piovosi varia dai 40 gg di varie aree costiere orientali e i circa 70 gg di Gennargentu, Montiferru e Alto Marghine. È evidente che la già citata dicotomia tra l’ampia fascia costiera e l’interno dell’Isola si sviluppa durante la stagione piovosa, con estremi che vanno dai 30 gg di Dorgali e Orosei ai 79 gg di Bono Monte Rasu) Ipoteticamente, la portata annua dello scarico sarà pari a 187 mc. Considerato che:
· Il numero medio delle precipitazioni in gg sarà pari a 50
· Si dovranno raccogliere le acque di prima pioggia almeno ogni tre giorni ( 72 ore)
· Il volume d'acqua annuale sarà pari a (50gg/3gg = 16.6 approssimato. 17gg*11 mc=) 187 mc
· 50 sono i gg in media di evento meteorico
· 3 sono i gg in cui le acque vengono raccolte (72 ore)
· 11 mc il volume da trattare
L'impiatno di prima pioggia sarà posizionato secondo il seguente schema di flusso
Le particelle rimanenti trasportate dall’acqua in movimento vengono convogliate nella vasca di prima pioggia, nella quale durante le ore di permanenza (prima del travaso nel comparto di disoleatura) si completerà il processo di sedimentazione.
Tutte le particelle sedimentate sul fondo verranno rimosse manualmente, seguendo le indicazioni
del costruttore per il corretto funzionamento e manutenzione ordinaria e straordinaria dell’impianto. Le acque derivanti dall'impianto di prima pioggia verranno scaricate in corpo idrico superficiale, in quanto: la zona non è dotata di rete fognaria consortile e quindi impossibilitati ad effettuare l’allaccio.
Saranno inoltre rispettate le aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee con una distanza minima tra i punti di scarico e gli eventuali punti di captazione e derivazione delle acque superficiali e sotterranee superiore a 200 mt.
Le acque reflue che perverranno dal punto ristoro, (da realizzarsi con intervento postumo) come detto saranno trattate da un impianto IMHOFF, quelle provenienti dalla cucina saranno preventivamente disoleate. All’uscita del trattamento i reflui verranno avviati ad un bacino di fitodepurazione dove, tramite una pompa di ricircolo verranno fatte fluire al suo interno, fino ad un completo assorbimento da parte degli apparati radicali delle piante.
Pertanto trattandosi di un impianto a ciclo chiuso non sono presenti scarichi di acque reflue.
COORDINATE PUNTI DI SCARICO:
localizzazione ingresso e prelievo acque: N 40,214640 - E 9,096342 Localizzazione punto di scarico rio “Incavaddu”: N 40,215722- E 9,095956 SMALTIMENTO FANGHI E OLI :
I fanghi che si depositeranno nella vasca di prima pioggia dovranno essere asportati con autospurgo e smaltiti in impianto dedicato.
-DATI SULLA PENSILINA
Poggerà su quattro pilastri in acciaio ( HEA 320) I pilastri o colonne in acciaio vengono vincolati a terra mediante una struttura di fondazione costituita da un plinto in cemento armato con forma tronco-piramidale alla quale i pilastri vengono collegati tramite una piastra di base e bulloni semplicemente annegati nel calcestruzzo del plinto.
Le caratteristiche che deve possedere il collegamento fra colonna e plinto in c.a. possono variare in relazione al tipo di sollecitazioni (N, M e V) trasmesse dalla colonna alla fondazione, e pertanto nel nostro caso l’unione sarà realizzata in modo da ottenere un vincolo ad incastro [figura seguente].
La pensilina delle dimensioni di ml 14.5 x 9 e sorretta da 4 pilastri in acciaio posti ad un interasse di 5 e 9.25 ml, sarà realizzata con struttura di legno lamellare: Travi portanti ( 20x60 cm); Travatura secondaria (15x24 cm) interasse 100 cm; Tavolato maschiato da 3.50 cm; Membrana impermeabilizzante armata con tessuto di vetro e costituita da uno speciale compound a base di bitumi modificati, autoprotetta con lamina metallica in rame. La lamina metallica è realizzata con una particolare goffratura che permette una libera dilatazione del metallo. La finitura superficiale oltre a garantire un gradevole aspetto estetico, svolge anche l’importante funzione di riflettere i raggi solari, garantendo così un’efficace protezione della membrana dagli agenti atmosferici ed una notevole riduzione delle operazioni di manutenzione. PRIMA DELL’INIZIO DEI LAVORI VERRANNO PRESENTATI TUTTI GLI ELABORATI ESECUTIVI E RELATIVI CALCOLI
Si prevede l’installazione di un impianto fotovoltaico della potenzialità di 15 Kw integrato nella
pensilina.
L’impianto sarà composto da moduli fotovoltaici tipo policristallino da 400W di picco per una potenza totale di 15000 Wp di picco .Il gruppo di conversione sarà composto da n.3 inverter da 6,8 KWp max.
Il piano di posa dei moduli è complanare alla sottostante struttura e ha un orientamento azimutale a 1° Ovest rispetto al Sud. Verranno montati su dei supporti in alluminio aderenti al piano di copertura con accessori di fissaggio , non avranno tutti la stessa esposizione .
Gli ancoraggi alla struttura saranno praticati avendo cura di ripristinare la tenuta della copertura.
- PIAZZALE
Il piazzale sarà quasi completamente pavimentato con un manto di asfalto bituminoso, tale manto composto da due strati avrà uno spessore finito di cm 10 (binder cm 7 e tappetino cm 3 ), la struttura portante della pavimentazione sarà costituita da una massicciata di tipo stradale, a granulometria decrescente , per uno spessore complessivo di 40 cm.
Le restanti parti, in corrispondenza della proiezione della pensilina, saranno pavimentate con piastrelle auto-bloccanti in cemento, allettate su cls a q.li 0.50 di cemento.
Le aree da destinare a verde saranno delimitate mediante una cordonata con cigli in cls prefabbricati delle dimensioni 20 x 25 cm.
- DATI PLANO - ALTIMETRICI
Tabella riassuntiva
Superficie lotto |
5400.00 mq |
Superficie coperta fabbricato |
266.00 mq |
Superficie coperta locale di servizio |
19.00 mq |
Volume fabbricato |
947.00 mc |
Volume locale di servizio |
43.41 mc |
Volume totale |
990.41 |
Rispetto a quanto precedentemente autorizzato non sono previsti aumenti di volume. |
Ai fini del computo delle volumetrie assentite, si è tenuto conto di una superficie pari a 10'000 mq a valere sui mappali 173, 147, 149, 154, 171 del foglio 23.
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Non è compreso nell'offerta l’ utilizzo di gru per il il posizionamento dell’impianto nel caso di ampia altezza.
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